dark side

Non so perché ma le letture di gialli mi intrigano. da sempre, da quando mia madre, per invitarmi a vedere quei tomi sparsi in casa non come alternativi raccoglitori di polvere ma come porte per mondi alternativi e non troppo segreti, mi regalava i primi libricini con protagonista il degno nonno di geronimo stilton o come si chiama lui. i suddetti, oltre a farmi vivere qualche avventura in giro per il mondo e risolvendo misteri, hanno aperto in me un sentiero. un capitolo a parte, poi, meritano il mitico topolino&company, anche se il suo modo presuntuosetto da sotuttoio generava spesso moti di insofferenza nervosa. d'obbligo ovviamente la parentesi adolescenziale, che mi limiterò a menzionare con "la boume" alias il tempo delle mele, ma a quello credo non ci sia rimedio :)

da lì a poco ritornano però le avventure di sherlock e di hercule, tomi che l'euroclub non sapeva proprio come liquidare e per il cui smaltimento mi devono almeno un po' di gratitudine. la scia degli assassini prosegue con le recenti opere di faletti, pennac in un certo senso - e dio solo sa quanto lo adoro quel caprio espiatorio di benjamin malaussene- e la recentissima new entry, fred vargas.
e qui volevo arrivare... ho appena finito parti in fretta e non tornare e ne sono entusiasta.
non è solo perché ti affezioni ai personaggi, perché la costruzione del fattaccio è minuziosa o perché la scrittura è di quelle scorrevoli e non impegnative. è un qualcosa che non riesco ad identificare, sul quale ho riflettuto e che mi ha, ahimè, ricordato l'Eco nazionale. avendolo io frequentato malvolentieri ai tempi della tesi, è risalito a galla un ricordo che francamente ignoro da quale dei miei porti conoscitivi sia salpato. in sostanza e parafrasando molto, il succo è che il genere giallo piace ai lettori perché scontato. l'iniziare un libro sapendo che si svolgerà in un certo modo prestabilito e che si concluderà in quello che può largamente essere considerato un clichè, tranquillizza; in quanto lettore, non mi sento allo sbaraglio o alla mercè del narratore, ma anzi posso far congetture risolutive ed ipotesi sul criminale di turno e sul come quando dove e perché egli commetterà l'efferato gesto.
tutto ciò lascia un certo amaro in bocca. perché deve sempre esserci un motivo psicoanalitico nascosto sotto le suole delle nostre scelte, perché una mia preferenza deve ricondursi ad un meccanismo mentale-neuronale che, sono certa, si radicherà nell'ancestrale calderone della sopravvivenza e dell'evoluzione?
io mi dissocio, prendo le distanze dal mondo causale e voglio essere naif. dichiaro quindi che la mia lettura appena conclusa è stata stupenda per l'affezione che provo verso i personaggi, per la certosina costruzione della trama e per la leggerezza che mi ha accompagnato durante la lettura di quelle pagine. libreria in guardia, il mio lato noir è appena stato risvegliato...

1 commenti:

Anonimo ha detto...

siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

yipp yièeep hurrà per la vargas!!
quella si che sta fuori!
ma invece, ne vogliamo parlare di:
Jean-Patrick Manchette!??!
pazza da uccidere per esempio..
miììì che figataaa!!
:)

alrb

Copyright © 2009 - sofficeardenga - is proudly powered by Blogger
Smashing Magazine - Design Disease - Blog and Web - Dilectio Blogger Template